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La storia dell'abito da sposa

Sin dalla nascita dell'istituto del matrimonio, nelle società più avanzate in cui questo rito sociale rivestiva una certa importanza, è sempre stata data una grande importanza al ruolo della sposa, durante la cerimonia, al punto tale che la stessa, nel rito, si presentava sempre in un modo ben differente da tutte le altre donne presenti: in effetti, la novella sposa, si presentava sempre con un abito che, socialmente, era riconosciuto come essere il simbolo del matrimonio. Ad esempio, nell'antica civiltà egizia, la donna era solita vestire con un abito da sposa che si sostanziava in una veste di lino bianco senza uno standard di lunghezza, con la vita cinta da cordoni e da un drappeggio realizzato con la clamide. Nell'antica Grecia, la sposa veniva vestita in modo più o meno analogo a quanto avveniva in Egitto, con le donne greche che portavano in testa una corona di mirto, emblema di Afrodite, la dea dell'amore e della fertilità del mondo classico ellenico. Le spose romane dell'antica Roma, vestivano invece delle tuniche bianche, con una cintura lanosa che cingeva la vita, il cui particolare nodo si ritiene che fosse un uso che permetteva a queste spose di essere protette contro il malocchio. L'abito da sposa, quindi, con l'avvento della società moderna si è sempre più trasformato in un capo d'abbigliamento sì ricercato, ma mantenendo una sorta di compromesso tra l'eleganza e la raffinatezza dei tagli e dei materiali, ai quali si associa anche la scelta di colori solitamente sobri.